
9 MAGGIO 2014 BY EMANUELE SESTI
"Commento.
Personalmente il mio utilizzo dell’albumina nel paziente critico è sempre stato limitato, avendo sempre in mente la metanalisi Cochrane del ’98.
Lo studio SAFE concludeva nel 2004 con “l’equivalenza” delle due strategie in una popolazione eterogenea di pazienti di terapia intensiva.
Un’analisi Cochrane pubblicata nel 2007, che comprendeva dati dallo studio SAFE, concluse che nei pazienti con trauma, ustioni o dopo un intervento chirurgico, i colloidi non riducono il rischio di morte rispetto ai cristalloidi e che, inoltre, il loro utilizzo non è giustificato, visto il costo maggiore.
Recentemente le cose sembrano modificarsi: nel 2011 esce la metanalisi di Delaney e nel 2012 nelle linee guida della Surviving Sepsis Campaign viene fuori l’indicazione a prendere in considerazione il riempimento con albumina (seppur con livello di raccomandazione 2C) allorquando vengono somministrate grandi quantità di cristalloidi.
Sul sito thennt.com a proposito di “Colloid Solutions for Resuscitation in critically Ill Patients” si conclude con un semaforo rosso per i colloidi, tuttavia in calce si legge:” However, there remains some question about their possible benefit in septic patients and a large, high quality trial is needed to clarify the issue. For this narrow question (albumin use for sepsis patients compared to crystalloids) we would grade the issue unresolved, i.e. color-code Yellow. Overall, we see no evidence of benefit, i.e. Red.”
Per concludere, non credo che questa relativamente nuova valutazione sull’albumina, cambierà il mio modo di “riempiere” il paziente, se non altro per il costo sicuramente elevato del farmaco.
Tuttavia, in attesa di nuove e più forti evidenze, rispetto al passato la considererò come arma aggiuntiva in casi selezionati."
http://empills.com/2014/05/albumina-si-albumina/