
30 MAGGIO 2014 BY PAOLO BALZARETTI
"Circa 50-80 milioni di persone viaggiano ogni anno dai Paesi Occidentali verso i Tropici. Per questo, la possibilità di incontrare pazienti che lamentano problemi di salute, e in particolare febbre, di ritorno da quelle destinazioni non è poi così remota.
E’ possibile affrontare il problema in modo efficace con le risorse limitate di cui disponiamo in PS? Rispondo con più ottimismo a questa domanda dopo essermi imbattuto nello studio dal titolo “Fever after a stay in the Tropics: diagnostic predictors of the leading tropical conditions” (1), che mi è parso da subito interessante. Partendo da questo lavoro tenterò di proporre un approccio sostenibile in Pronto Soccorso al problema; spero che il fatto di non essere infettivologo non sia un limite ma anzi fornisca un’opportunità per essere concreto e non scendere troppo nei particolari.
...Avviando l’iter diagnostico, dobbiamo tenere presente che sono 5 le diagnosi responsabili della maggior parte delle diagnosi accertate: Malaria, Dengue, rickettsiosi, febbri enteriche (da Salmonella Typhi e S. Paratyphi) e mononucleosi (da Epstein-Barr virus o Citomegalovirus): quest’ultima è un’infezione cosmopolita, di frequente riscontro nei viaggiatori. La nostra valutazione iniziale dovrà dunque focalizzarsi sulla possibilità di una di queste diagnosi."
http://empills.com/2014/05/febbre-ritorno-dai-tropici/