
EMpills - 5 Maggio 2015 By Fabrizio Motta
..."La SICP (Società’ Italiana di Cure Palliative) cosi’ definisce la Sedazione Palliativa:
“la riduzione intenzionale della vigilanza con mezzi farmacologici, fino alla perdita di coscienza, allo scopo di ridurre o abolire la percezione di un sintomo altrimenti intollerabile per il paziente, nonostante siano stati messi in opera i mezzi più adeguati per il controllo del sintomo, che risulta, quindi, refrattario”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si inseriscono le definizioni della EAPC (European Association for Palliative Care):
“therapeutic (or palliative) sedation in the context of palliative medicine is the monitored use of medications intended to induce a state of decreased or absent awareness (unconsciousness) in order to relieve the burden of otherwise intractable suffering in a manner that is ethically acceptable to the patient, family and health-care providers”
e della AAHPM (American Academy of Hospice and Palliative Medicine):
“Palliative Sedation is the intentional lowering of awareness towards, and including, unconsciousness for patients with severe and refractory symptoms”.
Il primo elemento comune a queste definizioni, e quello che probabilmente più’ si presta ad essere misinterpretato e fuorviato, e’ l’identificare quando un sintomo (inteso come un disturbo riferito dal paziente) da difficile diventa refrattario..."
http://empills.com/2015/05/lho-dovuto-sedare/