
EMpills - Mar 29 2016 - By mauro Cardillo
"La ACCA (Acute Cardiovascular Care Association), giovanissima società facente parte dell’ESC, ha risposto alla voce di uno che grida nel deserto e pubblicato un interessantissimo documento che consiglio a tutti di leggere: “European Society of Cardiology – Acute Cardiovascular Care Association position paper on safe discharge of acute heart failure patients from the emergency department”.
Il lavoro cerca di supportare il medico d’urgenza ed il cardiologo nella difficile dimissione del paziente direttamente dall’area di emergenza tramite l’utilizzo di variabili cliniche e di score. Gli autori del position paper e gli stessi autori dello score ci informano che uno score affianca e non sostituisce la decisione medica.
Le prossime righe che seguiranno non saranno un commento a tutto il position paper ma semplicemente allo score proposto dalla ESC/ACCA ovvero l’Emergency Heart Failure Mortality Risk Grade o per gli amici EHFRMG.
Troviamo lo score già inserito sul sito MDcalc e risulta estremamente facile e rapido da usare (attenzione che sia selezionato sulla destra il sistema internazionale, SI).
Conclusioni:
Purtroppo gli score hanno sempre il grosso vizio di dare una “classe di rischio” per pazienti che condividono medesime caratteristiche. Nello scompenso cardiaco questo si complica notevolmente in quanto la mortalità a 12 settimane per un paziente ospedalizzato per scompenso cardiaco acuto è 12-15%, ad un anno 30%. E’ davvero difficile classificare pazienti di per sè ad alto rischio ed in cui a parte alcuni farmaci (ACEi su tutti) non vi è accordo su quale sia la migliore terapia da effettuare (vedi i diuretici, la restrizione di sale).
In questi anni ho cercato di capire in tutti i modi possibili quale sia il miglior parametro (clinico, ecocardiografico, ecografico, laboratoristico) in grado di predire la mortalità del paziente e la dimissibilità dall’area di emergenza… tutto fallimentare. Ho fatto solo buchi nell’acqua. Ho cercato anche di capire quali possano essere i parametri che mi possano identificare un paziente indicato alle sole cure palliative. Altri buchi nell’acqua. L’unico parametro che mi ha dato un certo riscontro clinico, così a fiuto (senza entrare troppo nell’EBM o nelle statistiche), è la diuresi nella prima ora dall’infusione di diuretico (solitamente la quantità di diuretico domiciliare o il doppio somministrato in bolo in soluzione salina ipertonica)."